FESTIVAL – TRASTEVERE RIONE DEL CINEMA: SERATA CONCLUSIVA CON ”L’ARMATA BRANCALEONE”

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Dopo oltre quaranta giorni ininterrotti di proiezioni e dibattiti con i più grandi registi e attori italiani, termina questa sera, con L’Armata Brancaleone, il Festival – Trastevere Rione del Cinema, organizzato dai Ragazzi del Piccolo America.

IL FILM:

L'Armata BrancaleoneCapitanati da uno eccentrico cavaliere solitario, chiamato Brancaleone da Norcia, alcuni miserabili straccioni si mettono in viaggio per raggiungere il feudo di Aurocastro nelle Puglie. Lungo il tragitto, la così detta Armata Brancaleone, si imbatte in bizzarri personaggi, tra cui Teofilatto, un principe bizantino; il monaco errante Zenone e Metalda, una giovane promessa sposa.

I Ragazzi dell’America, come ultimo film che conclude la rassegna Trastevere Rione del Cinema (con una Piazza San Cosimato praticamente strapiena tutte le sere), non potevano scegliere pellicola migliore. Infatti, L’Armata Brancaleone, firmata dal trio Age & Scarpelli e Monicelli, è cinema popolare elevato ed eccellente, proprio come la mission che porta avanti il Piccolo America: film e cultura per tutti, ma con fondamentale attenzione per la qualità. Premesso ciò, l’Armata Brancaleone, affettuosamente, rispecchia anche il loro modo di essere: colorati, caparbi, arditi e sognatori. Perché la pellicola – oltre che essere uno dei capolavori del cinema italiano, capace di creare un vero e proprio vocabolario maccheronico entrato nel linguaggio comune e mischiare la letteratura romantica al Medioevo sporco e puzzolente, mascherando il tutto come commedia all’italiana – parla essenzialmente di un cammino che ha come meta (astratta) un sogno. L'Armata BrancaleoneI protagonisti del film, con un Vittorio Gassman enorme e un altrettanto grande Gian Maria Volontè (ma andrebbero citati anche Carlo Pisacane, Folco Lulli, Enrico Maria Salerno e una giovane Catherine Spaak), a piedi scalzi e su un fiabesco cavallo giallo, lungo la strada si perdono e si ritrovano, incappano e combattono, fino ad affrontare, come ultima prova, ”lo nero periglio che vien dallo mare”. Metaforico e brillante, a metà strada tra il Decameron di Boccaccio, il Don Chisciotte di Cervantes e Il Cavaliere Inesistente di Calvino, L’Armata Brancaleone è riuscito ad influenzare il modo di fare cinema e di caratterizzare i personaggi, in questo caso tanto inconcludenti quanto sognatori e immortali, così come l’Orlando di Ariosto o il Tancredi della Gerusalemme Liberata.

PERCHÉ VEDERLO:

Per Gassman, per Volontè, per il cavallo Aquilante e per Mario Monicelli. Ma anche per la comicità spudorata e per lo straordinario linguaggio che mescola il volgare al latino. E, soprattutto, per l’Armata Brancaleone, strampalata, sudicia e coraggiosa.

Damiano Panattoni